Ci penso da qualche mese e rimando di giorno in giorno. Poi vedo questo video delle Iene e mi passa la voglia definitivamente. Sto parlando di Twitter, l'ultima mania che ha contagiato gli italiani.
Come al solito, c'è un ritardo di un paio d'anni tra l'esplosione di un fenomeno, il suo arrivo in Italia e il fatto che i media generalisti ne parlino. In linea di massima, vale la regola che quando senti parlare ovunque di un "nuovo" social network, significa che è iniziata la fase di declino.
E' stato così con Facebook, e il fenomeno è stato ancora più visibile con Second Life. C'è stato un periodo, quattro o cinque anni fa, che ogni programma televisivo e radiofonico parlava del fenomeno Second Life. In quel momento la maggior parte degli utenti avevano già abbandonato la piattaforma per passare a Facebook.
Si potrà dire che Second Life e Facebook sono profondamente diversi nella sostanza, ed è proprio così. Ma sono completamente sovrapponibili come tipologia di fruizione: entrambi permettono di passare il tempo su Internet interagendo con altre persone. Entrambi permettono di darsi una sistematina all'ego per presentarsi al prossimo in maniera un po' (o molto) diversa da come si è nella vita di ogni giorno.
Andando alle radici del fenomeno, mi viene in mente Myspace... ma prima? Le chat di MSN Messenger? Sì, ma era una cosa diversa. Probabilmente la prima grande piattaforma di social network è stato proprio Myspace.
Ammetto di averci perso molto tempo qualche anno fa con la scusa che mi serviva anche per lavoro, così come ho perso un po' di tempo su Facebook quando il fenomeno era agli inizi. Poi ho raggiunto una specie di saturazione da social network e non ho più voluto saperne.
Su Twitter non ho mai aperto un account e probabilmente non lo farò. Il motivo è quello che emerge anche dal servizio di Enrico Lucci: tutti twittano, pochi hanno cose interessanti da dire.
Ma per dare sfogo alla mia verbosità questo blog è più che sufficiente. No, niente twitter.
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