A giorni inizieranno le riprese di una fiction prodotta da Taodue per Mediaset, ispirata all'omicidio di Via Poma, in cui la giovanissima Simonetta Cesarone perse drammaticamente la vita. Il cast è già stato annunciato, spicca il nome di Silvio Orlano (attore che mi è sempre piaciuto) nel ruolo di un ispettore di polizia che tenta di far luce sul caso. Come sempre in questi frangenti, una coda di polemiche ha fatto seguito all'annuncio di inizio riprese. Alcuni fanno ricorso alle vie legali per tentare di bloccare la messa in onda, altri si chiedono se sia moralmente corretto basarsi esplicitamente su un fatto di cronaca così doloroso per una produzione televisiva.
Senza entrare in tecnicismi da legulei, mi permetto qualche osservazione sull'aspetto etico e morale. La tv da tempo ci ha abituato a programmi di approfondimento in cui la cronaca la fa da padrona, con plastici e ricostruzioni dei delitti. E proprio queste ricostruzioni, di solito accompagnate da una voce narrante e da una musica d'atmosfera, non sono altro che brevi fiction prodotte per la televisione. Quindi non vedo tutta questa gran differenza tra le ricostruzioni di Porta a Porta e una fiction vera e propria. E anche tra i programmi di approfondimento sarebbe necessario fare dei distinguo. In alcuni casi si nota un profondo rispetto per la storia personale delle vittime e dei loro familiari (vedasi ad esempio Quarto Grado con l'ottimo Salvo Sottile); altrove, non si lesina la divulgazione dei particolari più intimi e a tratti morbosi delle vicende.
E parlando di fiction ispirate a fatti di cronaca, istintivamente penso alla miniserie "Il mostro di Firenze" con Ennio Fantastichini. Ben girata, rispettosa sia della storia che della memoria delle vittime. Un ottimo prodotto televisivo che racconta una delle storie più nere del secolo scorso.
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